Traduttore simultaneo

lunedì 23 novembre 2015

Che ore sono?



Non tutti gli orologi funzionano allo stesso modo, ce ne sono alcuni che camminano all'indietro come i gamberi. Non si tratta del meccanismo che si è guastato e delle lancette impazzite, ma solo di un diverso modo di calcolare il tempo. A Firenze, ad esempio, fino al 1750, vigeva l'Hora Italica che misurava il giorno da un tramonto all'altro, un metodo che risale addirittura all'epoca di Giulio Cesare che nel 46 a.C. affidò a Sosigene di Alessandria l'elaborazione di un nuovo calendario basato sul ciclo delle stagioni. L'orologio “giuliano” doveva quindi essere regolato, nell'arco dell'anno, in maniera da tenere sempre come ultima ora del giorno quella del calare del sole perché, altrimenti, i conti non tornavano più. L'unico vero vantaggio di questo singolare sistema era poter sapere con esattezza quante ore mancavano all'imbrunire, il momento in cui operai e contadini potevano tornarsene a casa dopo una faticosa giornata di lavoro.
Anche la Cattedrale di Santa Maria del Fiore ebbe il suo elaborato congegno a partire dal 1443, affidandone il meccanismo all'orologiaio Angelo di Niccolò e la decorazione al fantasioso pittore Paolo Uccello, uno dei maggiori artisti dell'epoca.
Vasari, nelle sue Vite, ci racconta che “... fece Paolo, di colorito, la sfera dell’ore sopra la porta principale dentro la Chiesa, con quattro teste ne’ canti colorite in fresco” . 
L'affresco, che misura quasi sette metri di diametro, è diviso in 24 formelle bianche intorno ad un cerchio scuro dove ruota la lancetta dorata, ognuna delle quali è contrassegnata da un numero romano, e il tutto è inscritto in un grande quadrato che reca ad ogni angolo un volto d'uomo. Le facce, smagrite e allungate, sono dipinte con ampi chiaroscuri che ne evidenziano i tratti plastici, con gli occhi che guardano in varie direzioni. Alcuni studiosi li hanno identificati con i Quattro Evangelisti, altri con dei profeti, ma non esiste nessun documento che lasci intendere qualcosa di preciso, solo il pagamento registrato al 24 febbraio 1443 “per quattro teste”.


A metà del 1500 l'orologio cominciò a dare problemi ed ebbe bisogno di essere riparato, ma anche nei secoli seguenti numerosi furono gli interventi degli orologiai, non ultima la trasformazione del macchinario con un movimento a pendolo. Nonostante nel 1761 fosse ripristinato il meccanismo originale a contrappesi, il quadrante fu comunque modificato da 24 a 12 ore, visto che era entrata in vigore l'ora alla francese, e anche la lancetta venne sostituita. Fortunatamente, una quarantina d'anni fa, un provvidenziale restauro ha sanato l'affresco e riportato l'orologio alla sua Hora Italica. Ma dopo quasi sei secoli di intenso lavoro, il congegno ha avuto nuovamente bisogno di essere rimesso a nuovo per tutta una serie di guasti e difetti dovuti all’usura del tempo. L’Opera di Santa Maria del Fiore ha affidato l'incarico a due dei massimi esperti del settore, i professori Andrea Palmieri e Ugo Pancani, grazie alla sponsorizzazione della maison di alta orologeria sportiva Officine Panerai.
Finalmente l'orologio del Duomo può continuare a stupire con la sua bizzarra lancetta che corre dalle tenebre al ritorno del sole.




















Nessun commento:

Posta un commento