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mercoledì 4 settembre 2013

Ben venga Maggio...



Il Maggio Musicale Fiorentino fu un'invenzione degli anni Trenta, quando la città cominciò lentamente ad attivarsi per mostrare le sue migliori caratteristiche culturali e artigianali, in linea con i desideri del reggente pensiero fascista. A Firenze c'era già un'orchestra, la Stabile Orchestrale Fiorentina, che si esibiva al Teatro Politeama, poi Comunale, sotto la scrupolosa direzione di Vittorio Gui: i musicisti avevano un vivace e ricco programma annuale che raggiungeva l'apice nelle Stagioni Liriche Primaverili, una rassegna di opere e concerti, sia classici che d'avanguardia. Dopo essere stata eletta Ente Autonomo dal regime, finalmente, nel 1931 dette vita al Maggio Musicale, con l'approvazione e l'appoggio sia del principe di Piemonte che di Benito Mussolini, al quale pare si debba addirittura la scelta del nome. Maggio, in tutta la Toscana, era da sempre celebrato come il ritorno della Primavera ed ovunque lo si onorava con danze, ballate e decorazioni fiorite d'ogni tipo, per cui la scelta  di quel preciso periodo va cercata proprio nelle radici  della tradizione, dove il Calendimaggio rappresentava un momento importantissimo per la città.
Lo scopo della rassegna musicale era quello di riscoprire e rivalutare composizioni dimenticate del repertorio ottocentesco, dare risalto ai lavori dei maestri contemporanei, scegliere dei luoghi privilegiati all'aperto dove gli spettacoli potevano arrivare veramente a tutti e godere della magia incomparabile dei più raffinati scenari di Firenze.


La prima rappresentazione pubblica si svolse a due anni dalla fondazione, dal 22 aprile al 15 maggio 1933 ed ebbe, fra i suoi organizzatori, i più bei nomi della musica e della letteratura, basti pensare che per la messa in scena dei Puritani i costumi e i fondali furono curati personalmente da Giorgio De Chirico.
Balletti, melodrammi, concerti, opere liriche da allora si sono susseguiti senza sosta, anno dopo anno, sopravvivendo alla guerra, alle critiche e, speriamo, anche alle difficoltà del momento presente che stanno mettendo in crisi tutte le Fondazioni più meritevoli e profonde, prova tangibile della totale mancanza di educazione alla Bellezza che ormai sembra essere il leitmotiv dell'indifferente società attuale.

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