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lunedì 31 marzo 2014

Via della Loggia de' Bianchi


Via della Loggia de' Bianchi (da via delle Gore a via Dazzi nella zona di Careggi).



In questa breve via immersa nella campagna, lontana dai frastuoni moderni, c'è ancora un piccolo, ma grazioso oratorio cinquecentesco dove pare si sarebbero fermati alcuni pellegrini chiamati "Bianchi" a causa delle loro lunghe vesti candide con tanto di cappuccio a coprire il volto. Erano dei penitenti che provenivano da Chieri, un piccolo comune in provincia di Torino, che dirigendosi a Roma, affrontavano il duro cammino flagellandosi e gridando a gran voce "Pace e misericordia". Questa particolare confraternita contava all'inizio pochi fratelli ma, con il passare del tempio, la schiera dei credenti aumentò a tal punto che perfino il Papa dovette prenderne atto e riconoscerli come una vera e propria realtà all'interno della Chiesa, concedendo indulgenze e grazie a tutti coloro che ne entravano a far parte.
A Firenze, nel 1399, ne giunsero più di 40.000 e si accamparono fuori delle mura della città. Stremati dal cammino e dalle malattie, affamati e sanguinanti per le ferite che gli martoriavano la schiena, furono curati e sfamati dalla Signoria fiorentina. A Roma, nell'anno giubilare 1400, ne giunsero meno della metà e i pochi sopravvissuti portarono con sé il flagello della peste che spense definitivamente la loro devozione.
A ricordo del loro passaggio, un mercante bergamasco, Bernardo Corona Da Ponte, fece erigere una Loggia su un preesistente tabernacolo che fu affrescata da Ulisse Giocchi, su disegno del Poccianti, con la leggendaria processione della Compagnia penitenziale, alla presenza dei committenti e dei loro rispettivi patroni. 



Anche l'abitazione al numero 1 della via, la Casa dei Bianchi, una grande villa signorile, costruita attorno ad una torre medioevale, reca con sé gli stessi caratteri cinquecenteschi della Loggia.

mercoledì 26 marzo 2014

L'Accademia della Crusca




Villa Medicea di Castello, sede attuale dell'Accademia della Crusca
L'Accademia della Crusca è la più antica accademia linguistica del mondo e raccoglie i più emeriti studiosi ed esperti di linguistica e filologia della lingua italiana. Sorse ufficialmente a Firenze il 25 marzo 1585, grazie alla "brigata dei crusconi" , un gruppo di letterati fiorentini che, pur giocosamente, si proponevano di purificare la buona lingua dalle scorie, modellandosi agli scritti dei grandi autori del Trecento.
Nel 1590 fu scelto, come simbolo dell'Accademia, il frullone, un cassone di legno che si adoperava per separare la farina dalla crusca e come motto il verso del Petrarca “il più bel fior ne coglie”.


Anche gli oggetti e l'arredamento dell’associazione dovevano avere nomi attinenti al mondo della panificazione, compresi gli stemmi degli accademici, delle pale di legno in cui era dipinta un’immagine simbolica accompagnata dal nome e dal motto scelto.
Nel 1612 fu stampato, a Venezia, il primo "Vocabolario degli Accademici della Crusca" che rappresentò per secoli la risorsa più preziosa per tutti coloro che volevano scrivere in buon italiano.


Oggi l’Accademia della Crusca è il più importante centro di ricerca scientifica dedicato allo studio e alla promozione della lingua italiana, lavoro che fa con impegno e sapienza, sia nella sua sede, la splendida villa medicea di Castello, sia online, mettendo a disposizione del pubblico una Biblioteca specialistica e il proprio Archivio, organizzando seminari e convegni sull’italiano e continuando il proprio pregevole lavoro editoriale.



martedì 25 marzo 2014

La zuppa di polmone alla fiorentina








Oggi vi presento un piatto della tradizione fiorentina, non a tutti gradito, perché l'ingrediente principale è il polmone, una frattaglia che, insieme alla trippa e ai fegatelli, regna da secoli sulle nostre tavole toscane. E' la 


                                                 Zuppa di polmone

Ingredienti per 4/5 persone: 300 gr. di polmone, cipolla, aglio, un bicchiere di vino bianco, 150 gr di pasta da minestrone, salvia e ramerino.



Prima di cominciare a cucinare, il polmone va lasciato 3 ore in acqua fredda a spurgare; dopodichè si lascia bollire per mezz'ora circa con carota, sedano, cipolla e un pizzico di sale. Poi si può procedere preparando un trito con cipolla, porro e aglio e si fa appassire nell'olio; aggiungere il polmone tagliato a pezzetti piuttosto piccoli e farlo insaporire. Versare mezzo bicchiere di vino bianco e farlo asciugare. Aggiungere, a questo punto, un litro circa di acqua e far cuocere per circa un'ora. Aggiungere, poi, la pasta da minestrone e portare a cottura e un battutino di ramerino e salvia, aggiustando di sale e di pepe. 

La ricetta può essere arricchita con ceci, lenticchie o fagioli borlotti, secondo il gusto personale.