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martedì 2 dicembre 2014

Un affresco in Piazza della Calza... anzi due!




Piazza della Calza vista attraverso la Porta Romana
La piazza

Piazza della Calza è un piccolo gioiello dell'Oltrarno fiorentino, racchiuso dalla maestosa mole di Porta Romana. 



Pianta del Buonsignori con il Convento degli Ingesuati
La sua storia ha origini assai remote: nel Trecento vi si trovava l'Oratorio di San Niccolò con annesso un "ospitaletto" per i pellegrini che giungevano da Siena, poi il Monastero femminile di San Giovannino e infine, nel 1500, il convento dei Frati Ingesuati. Questi particolari religiosi, famosi per la lavorazione delle vetrate istoriate, indossavano un abito con un cappuccio così allungato da meritare l'appellativo di "frati della calza", denominazione che passò poi anche alla chiesa e al convento. Nel 1616, il Granduca Cosimo II, commissionò al pittore Giovanni Mannozzi, più noto come Giovanni da San Giovanni, un grandioso affresco per adornare la facciata della casa cantoniera fra via dei Serragli e via Romana, proprio davanti alla Porta. Il dipinto, che raffigurava l'Allegoria di Firenze, signora della Toscana, era veramente bello, ben studiato in ogni suo minimo particolare e nella composizione scenica ma, ahimè, non altrettanto nella scelta dei materiali, visto che doveva resistere al sole e alle intemperie. Infatti l'intonaco cedette rapidamente: i frammenti ancora integri furono staccati e conservati nei magazzini della Soprintendenza alle Gallerie, mentre la maggior parte dell'opera fu perduta definitivamente. 

Incisione che riproduce il disegno preparatorio dell'affresco del Mannozzi

La parete rimase così nuda e disadorna per molti anni finché, nel 1954, l'allora sindaco di Firenze, Piero Bargellini, bandì un concorso a tema sulla vita di Firenze per far eseguire un nuovo affresco che doveva sostituire quello seicentesco. La gara fu vinta da Mario Romoli, un artista originale e controverso che si esprimeva con un linguaggio figurativo molto vicino a quello di Picasso e Rouault. L'aderenza al soggetto proposto da La Pira, fu interpretato dal Romoli con la raffigurazione di personaggi illustri della Firenze antica - Dante, Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, Lorenzo il Magnifico, Paolo Dal Pozzo Toscanelli, Giovanni dalle Bande Nere, Francesco Ferrucci - che osservano attentamente il lavoro dei maestri contemporanei - Rosai, Papini e, fra gli altri, lo stesso Romoli al cavalletto - in un ideale incontro fra passato e presente. Al centro, San Giovanni Battista e la Vergine Annunziata con il simbolo di Cristo. 





L'inaugurazione dell'affresco avvenne, non senza polemiche e dissensi da parte di molti artisti e letterati, il 10 gennaio 1955  e per l'occasione fu murato in una nicchia un contenitore con foto della Firenze di allora, documenti inerenti il concorso ed un messaggio dedicato ai posteri.