Un
tempo i barbieri stavano aperti anche la domenica mattina e
riposavano tutto il lunedì per riprendersi dalla fatica di una
settimana di tagli, saponate e chiacchiere amene. Niente di strano,
direte voi, sarà un contratto nazionale che regola l'orario del
negozio! Ma se la ragione fosse un'altra, misteriosa e oscura, che si
perde nei secoli passati?
Viveva
a Firenze, verso la metà del XVIII secolo, una bella ragazza che era
venuta da Napoli per fare la cameriera ma, non trovando dove andare a
servizio, si era messa a fare la prostituta. La giovane Mariuccia
viveva in una stanzetta ammobiliata in via san Cristofano, vicino a
santa Croce, che fungeva da casa e da agenzia. Un pomeriggio fu
trovata morta, ma in tali condizioni che anche le guardie arretrarono
inorridite: era stata sgozzata con un taglio netto al collo e
l'emorragia l'aveva uccisa proprio mentre stava per raggiungere la
finestra e chiedere aiuto. Anche se l'omicidio era stato compiuto in
pieno giorno, nessuno aveva visto né sentito nulla, probabilmente
anche perché l'assassino era un cliente abituale, tale da non
destare alcun sospetto nei vicini. La polizia mise al vaglio tutti
gli uomini che frequentavano Mariuccia, ma non si arrivava mai al
bandolo dell'intricata matassa, finché, per caso, fu ritrovata una
sottanella di tulle che era solita indossare durante i suoi
appuntamenti amorosi. La gonna era stata venduta ad un mercante ebreo
da un tale Antonio di Vittorio Giani, barbiere in via Romana, con la
bottega vicina al portone dell'antico convento di Annalena.
Finalmente il cerchio si era stretto sul delinquente che aveva
compiuto un misfatto così atroce e, dopo aver confessato di aver
ucciso la ragazza per gelosia, Antonio fu giustiziato fuori porta La
Croce. Era l'11 giugno 1742, lunedì mattina e tutti i barbieri di
Firenze, scossi dalla notizia, chiusero bottega per assistere
all'impiccagione del loro collega.
Da allora, ogni lunedì, i
barbieri non lavorarono più...