Cosimo
de' Medici, primo granduca di Toscana, e sua moglie Eleonora di
Toledo ebbero undici figli, sette maschi e quattro femmine. Delle
bambine venute ad allietare la grande corte fiorentina, ne rimase
però solo una: Maria morì a 17 anni, Lucrezia a 16 ed Anna fece
appena in tempo a vedere la luce che già lasciava la terra.
Isabella, invece, nata nel 1542, crebbe bella, forte e intelligente,
tanto da essere chiamata “la stella di Casa Medici”. “Isabella
– scrive lo storico Winspeare - non si faceva solo ammirare ed
amare soltanto per le sue doti fisiche, e per il suo carattere vivace
e allegro, ma anche per la sua intelligenza e per la sua solida e
varia cultura , che rendevano le sue conversazioni piacevoli e
brillanti”. Gìà, perché oltre a saper suonare una gran varietà
di strumenti musicali, scrivere poesie, danzare graziosamente,
parlava correttamente lo spagnolo, il francese ed era protagonista
persino delle battute di caccia nel parco della villa sul colle.
Inutile dire che il Granduca stravedeva per questa sua figliola tanto
straordinaria e la viziava in tutti i modi possibili ed immaginabili:
le aveva destinato in dono un palazzo bellissimo, Villa Baroncelli
ora Villa del Poggio Imperiale, appuntamento privilegiato per eventi
mondani di grande sfarzo e serate culturali allietate da concerti e
gare di poesia. Quando aveva poco più di sette anni, Isabella fu
promessa in sposa a Paolo Giordano I Orsini duca di Bracciano,
rampollo di una delle famiglie più potenti di Roma, e nel settembre
del 1558 si celebrò il matrimonio. In onore degli sposi Francesco
Corteccia, musicista di corte, creò un mottetto latino e il
compositore fiammingo Philippus de Monte un madrigale in cui definiva
Isabella più saggia e più bella di Flora. La sera stessa della
cerimonia, svoltasi in forma privata, gli sposi partirono per Roma.
G.Paolo Orsini |
Ma
Isabella tornò presto a Firenze, lontana da quell'orrendo marito,
descritto come “una specie di mostro, in cui schifosa obesità era
motivo di riso e di scherno” che la trascurava senza far mistero
della sua vita dissennata e violenta.
A
sorvegliare l'indipendente duchessina, che aveva un comportamento
molto chiacchierato fin da giovanetta, Paolo scelse un suo cugino,
Troilo Orsini che aveva però il “difetto” di essere troppo
ardente e bello. L'incontro fra i due fu galeotto e sbocciò con
Troilo quello che non era mai successo col marito, testimoniato da
un intenso carteggio pieno di un affetto che andava ben al di là di
una semplice parentela. Cosimo, che teneva paternamente d'occhio la
figlia era molto preoccupato per le conseguenze di quella storia
proibita, ma era certo che, finché fosse vissuto, l'Orsini non
avrebbe mai osato torcerle neppure un capello. Ma non potendo essere
immortale, anche il Granduca chiuse gli occhi e non appena
seppellito, Paolo Giordano mise in atto la sua vendetta, da tanto
covata e alimentata dall'odio per essere stato lungamente ingannato.
Era
il 16 luglio 1576 e Isabella fu condotta alla villa di Cerreto Guidi
dove trovò la sua tragica fine. Scrive il Lapini nel suo “Diario
fiorentino”: ”...in lunedì alle ore 18 in circa, morse la signora
Isabella... la quale parse a chi la vide un mostro; tanto era nera e
brutta. Dissesi che era stata avvelenata; e chi disse che era
stata... ammazzata...Che l'Isabella fosse uccisa dal marito
con intelligenza del gran duca Francesco non può dubitarsi.”.
Infatti, pare che a ucciderla con una robusta corda passata intorno
all'esile collo fosse stato proprio Paolo Orsini aiutato da un
sicario, forse un Cavaliere di Malta, come sembrerebbe dimostrare uno
scambio di corrispondenza fra Ercole Cortile, ambasciatore
ferrarese, e il Duca d'Este.
Villa medicea di Cerreto Guidi |
Ma esiste anche un'altra versione,
quella di una lunga malattia alle vie urinarie e biliari che
l'avrebbe ridotta ad uno stato comatoso. Comunque sia andata, poco
prima di spirare, Isabella ebbe qualche minuto per "chiedere il
perdono dei suoi peccati" mettendosi in pace con se stessa e con
il mondo.
L'astro mediceo fini così tristemente di brillare in una
calda notte di mezza estate...
Quella
di Isabella e Paolo Giordano resta comunque una delle più conosciute
vicende del Rinascimento ispiratrice di romanzieri e poeti di tutte
le epoche che hanno, di volta in volta, interpretato la vicenda
dandole un colore più rosa o nero a seconda del momento storico in
cui sono vissuti.
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