Oggi va di gran moda avere il proprio “wedding planner” che pensi ad organizzare il matrimonio in ogni minimo dettaglio, ma già nei tempi antichi nobili e aristocratici ponevano i loro desideri nelle mani esperte di un maestro di casa che aveva l'arduo compito di non lasciare nulla al caso. Una delle feste nuziali più sontuose e fantastiche del passato fu senza dubbio quella di Maria de' Medici, figlia di Francesco I e di Giovanna d'Austria e nipote del granduca Ferdinando I, con Enrico IV re di Francia. Palazzo Vecchio 5 ottobre 1600 : va in scena uno spettacolo indimenticabile con la regia del grande Bernardo Buontalenti che, come sempre, non sbagliava mai un colpo. La cronaca della serata venne invece affidata a Michelangelo Buonarroti il Giovane che stilò secondo l'uso, una puntuale “Descrizione” che ci fa rivivere, passo per passo, tutta la spettacolare atmosfera della serata. Nella sala, rischiarata da “infiniti lumi” , un'enorme credenza rivestita di metallo prezioso a forma di giglio di Jacopo Ligozzi per presentare ben duemila pezzi del tesoro mediceo e la tavola degli sposi adorna di così tante prelibatezze e meraviglie da far rimanere a bocca aperta anche il più esigente degli invitati.
Sulla candida tovaglia di lino finissimo ecco apparire una grandiosa scultura fatta di tovaglioli inamidati, piegati a spina di pesce, con due querce dai rami fronzuti ricoperti di foglie bianche e ghiande d'argento e il tronco fasciato d'edera di tela increspata. E ai piedi degli alberi, scene di caccia con orsi, cervi, cinghiali e perfino un elefante e un rinoceronte.
Poi un corteo di statue mitologiche, forze d’Ercole, uccisioni di leoni e di tori, eroi, mostri, dee, architetture d'ogni genere ed anche Enrico IV a cavallo di zucchero “sodo” cesellate da artisti del calibro di Giambologna, Ligozzi e Cigoli. Per l'occasione, erano stati realizzati anche braccialetti, spille e collane di pasta zuccherina per le trecento dame invitate al matrimonio che forse, alla fine della cena, avranno fatto le veci del dolce! A far da cornice a questa meraviglia, doppi cori, balli, suoni e un Dialogo cantato da Giunone e Minerva con musica di Emilio de' Cavalieri, purtroppo perduta, su versi di Giovan Battista Guarini.
Ma vogliamo parlare del menù? Un centinaio di portate più o meno elaborate studiate dai cuochi reali e presentate da centinaia di paggi:
24 piatti di freddo: ...Insalate lavorate in bacini... Fragole... Castelli fatti di salame...Fortezze piene d'uccelleti vivi … Prosciutto sfilato a foggia di un gallo...
Primo servito freddo: ...Fagiani a lanterna... Bianco magnare in fette, Torta verde alla milanese...
Secondo servito caldo: ...Pasticcio a triangoli di carne battuta... Porchette ripiene... Crostata di vitella, Pasticcio ovato d’oglia potrida, Stame o coturnice alla franzese... Paste fatte con le arme del Re e della Regina...
Di cucina per dare credenza con il freddo: ...Torta di bocca di dama... Ciambellette... Latte mele in bacini, Pere cotogne in gelo, Crostata di cedro..
Formaggi e frutta: ...Marzolino, Ravaggiuoli, Cialdoni, Pesche in vino, Pere, Uve... Carciofi, Sedani...
Chissà come avranno poi fatto gli invitati a tornare, il giorno dopo, ad assistere all'Euridice a Palazzo Pitti...
Dal 10 marzo al 7 giugno 2015, la Galleria Palatina di Palazzo Pitti, con il patrocinio di Expo Milano 2015, ha ospitato Dolci trionfi e finissime piegature, una mostra sulla riproduzione di alcune di quelle memoriali sculture in zucchero, oggi dovute alla sapiente manualità della Fonderia a Strada in Chianti e sui tovaglioli usati per l’apparecchiatura del banchetto, realizzate dal maestro Joan Sallas, studiando rigorosamente i rari documenti dell'Archivio di Stato di Firenze.
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