Andare a fare una passeggiata al Pian de' Giullari, con lo sguardo che si perde fra le verdi colline di Arcetri punteggiate di olivi e di cipressi, è sempre un'esperienza emozionante. E' un piccolissimo borgo che racchiude poche strade che, partendo da via San Leonardo, arrivano a sboccare alla chiesa di Santa Margherita a Montici, lungo l'antica via che portava all'Impruneta. Benedetto Varchi, umanista e storico fiorentino del 1500, ne fa derivare il nome dagli antichi commedianti che recitavano allegre " giullarate", delle fantasiose rappresentazioni in cui si fondevano musica, danza e acrobazie. I giullari, (dal latino iocularis, giocoso) erano buffoni, saltimbanchi, mimi, giocolieri e ciarlatani, incantavano la folla con le loro smorfie buffe e con la parola sciolta, con misteriosi giochi di prestigio e con poesie ironiche che prendevano benignamente in giro i signori feudatari che li proteggevano.
« Un giullare è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco; è una sorta di addetto ai piaceri alla corte del re e principi; è un vagabondo che vaga per le strade e dà spettacolo nei villaggi; è il suonatore di ghironda che, a ogni tappa, canta le canzoni di gesta alle persone; è il ciarlatano che diverte la folla agli incroci delle strade; è l'autore e l'attore degli spettacoli che si danno i giorni di festa all'uscita dalla chiesa; è il conduttore delle danze che fa ballare la gioventù; è il cantimpanca [cantastorie]; è il suonatore di tromba che scandisce la marcia delle processioni; è l'affabulatore, il cantore che rallegra festini, nozze, veglie; è il cavallerizzo che volteggia sui cavalli; l'acrobata che danza sulle mani, che fa giochi coi coltelli, che attraversa i cerchi di corsa, che mangia il fuoco, che fa il contorsionista; il saltimbanco sbruffone e imitatore; il buffone che fa lo scemo e che dice scempiaggini; il giullare è tutto ciò e altro ancora. » |
(E.Faral, Les jongleurs en France au Moyen age) |
Giullari a corte |
Villa Rucellai nota anche come villa il Teatro |
Ville splendide, diverse in apparenza, eppure accomunate dalla sobrietà delle forme e dalla rigorosa struttura architettonica. Fra tutte, vale la pena ricordare Villa il Gioiello, famosa per essere stata una delle residenze di Galileo Galilei, che vi morì nel 1642, e Villa Nunes Vais, dipinta con un curioso morivo a losanghe colorate, appartenuta nel Medioevo alla famiglia dei Velluti e poi acquistata dal famoso fotografo ottocentesco.
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