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martedì 7 gennaio 2014

"A chi non piace la canzone, non piace il giullare!"







Andare a fare una passeggiata al Pian de' Giullari,  con lo sguardo che si perde fra le verdi colline di Arcetri punteggiate di olivi e di cipressi, è sempre un'esperienza emozionante. E' un piccolissimo borgo che racchiude poche strade che, partendo da via San Leonardo, arrivano a sboccare alla chiesa di Santa Margherita a Montici, lungo l'antica via che portava all'Impruneta. Benedetto Varchi, umanista e storico fiorentino del 1500, ne fa derivare il nome dagli antichi commedianti che recitavano allegre " giullarate", delle fantasiose rappresentazioni in cui si fondevano musica, danza e acrobazie. I giullari, (dal latino iocularis, giocoso) erano buffoni, saltimbanchi, mimi, giocolieri e ciarlatani, incantavano la folla con le loro smorfie buffe e con la parola sciolta, con misteriosi giochi di prestigio e con poesie ironiche che prendevano benignamente in giro i signori feudatari che li proteggevano. 








« Un giullare è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco; è una sorta di addetto ai piaceri alla corte del re e principi; è un vagabondo che vaga per le strade e dà spettacolo nei villaggi; è il suonatore di ghironda che, a ogni tappa, canta le canzoni di gesta alle persone; è il ciarlatano che diverte la folla agli incroci delle strade; è l'autore e l'attore degli spettacoli che si danno i giorni di festa all'uscita dalla chiesa; è il conduttore delle danze che fa ballare la gioventù; è il cantimpanca [cantastorie]; è il suonatore di tromba che scandisce la marcia delle processioni; è l'affabulatore, il cantore che rallegra festini, nozze, veglie; è il cavallerizzo che volteggia sui cavalli; l'acrobata che danza sulle mani, che fa giochi coi coltelli, che attraversa i cerchi di corsa, che mangia il fuoco, che fa il contorsionista; il saltimbanco sbruffone e imitatore; il buffone che fa lo scemo e che dice scempiaggini; il giullare è tutto ciò e altro ancora. »
(E.Faral, Les jongleurs en France au Moyen age)
Giullari a corte
Nella bellissima villa Rucellai, incastonata fra il velluto dei colli, c'era un grande stanzone nel quale si radunavano, fin dal Trecento, i commedianti di passaggio, tanto gradevoli e bravi da lasciare un ricordo indelebile a tutta la zona, che prese addirittura il nome dalle loro gaie esibizioni.


Villa Rucellai nota anche come villa il Teatro

Purtroppo la spensierata allegria dei giocolieri venne spezzata, tra il 1529 e il 1530, dall'assedio delle truppe imperiali che si accamparono nelle tante abitazioni signorili che costeggiavano le  vie tortuose, trasformandole in centri operativi dove non echeggiavano più musiche e risate ma solo l'aspro rumore delle armi da fuoco e le grida dei condannati a morte.
Ville splendide, diverse in apparenza, eppure accomunate dalla sobrietà delle forme e dalla rigorosa struttura architettonica. Fra tutte, vale la pena ricordare Villa il Gioiello, famosa per essere stata una delle residenze di Galileo Galilei, che vi morì nel 1642, e Villa Nunes Vais, dipinta con un curioso morivo a losanghe colorate, appartenuta nel Medioevo alla famiglia dei Velluti e poi acquistata dal famoso fotografo ottocentesco.


Villa Nunes Vais già de' Velluti



Villa Il Gioiello

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