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domenica 20 ottobre 2013

Il tesoro di Ponte alla Carraia



C'era una volta, come si usa dire per raccontare una fiaba, un tesoro misterioso che un tale Morocchio, usuraio bestemmiatore e corrotto, nascose prudentemente sotto una pietra del Ponte alla Carraia. Non disse mai ad alcuno né il luogo preciso dove lo aveva seppellito, né cosa contenesse di preciso il forziere, certo che il suo oro non sarebbe mai stato scovato da nessuno. 


Il suo amico diavolo gli dette, prima di portarselo all'inferno, la facoltà di tornare a sorvegliare ogni notte il bottino: infatti, quando il sole era sceso dietro le belle colline toscane, Morocchio, sotto le spoglie di un caprone, spiava il passaggio della gente e, a quelli che si avvicinavano troppo al nascondiglio, gli riservava un feroce trattamento fatto di cornate e di calci.
«I renaioli pensavano che fosse un vero capro e quando tentavano di acchiapparlo per il pelo sputava fiamme e la maggior parte di loro morivano bruciati. Spesso rovesciava le loro barche e faceva tutti i danni possibili» (Charles Godfrey Leland, 1895).
Un giovane, furbo e coraggioso, a ora tarda venne a passare proprio davanti alla capra demoniaca e, senza farsi vincere dalla paura, la affrontò e la vinse. Morocchio, in un disperato tentativo di proteggere il bottino, andò a controllare che fosse ancora dove lo aveva lasciato e poi, in una nuvola di zolfo, si dileguò alle prime luci dell'alba. Il ragazzo, che aveva assistito alla scena, ritornò sul Ponte alla Carraia quando il giorno era ormai pieno e ricercò la pietra non murata che il caprone aveva smosso la notte precedente: come l'ebbe alzata, si ritrovò davanti ad una profusione di gioielli e pietre preziose che lo resero ricco fino alla fine dei suoi giorni!




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