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venerdì 18 ottobre 2013

In viaggio per Firenze


Alla fine di marzo del 1770 un timido adolescente dai grandi occhi sognanti vide per la prima volta Firenze. Arrivò a sera tardi, con il padre Leopold, e prese alloggio in un albergo destinato ai forestieri di alto lignaggio, l'Aquila Nera, proprio vicino alla cattedrale di Santa Maria del Fiore. Dopo una scrupolosa ricerca d'archivio siamo oggi certi che l'albergo si trovava nella via de'  Cerretani, nell'attuale Palazzo del Bembo.


Due giorni dopo, atteso da Pietro Leopoldo d'Asburgo-Lorena, entrava a Palazzo Pitti, enorme e sontuosa dimora che sembrò quasi inghiottire la minuta figura del giovane musicista. Piccolo sì, ma solo di età e di statura visto che si trattava nientemeno che di Wolfgang Amadeus Mozart.


Ormai famoso ovunque per il suo straordinario talento, era stato invitato dai granduchi ad esibirsi in un concerto nella loro residenza estiva, la raffinata villa del Poggio Imperiale.

La sera del 2 aprile fu veramente memorabile: Amadeus suonò con così tanta bravura e sentimento da incantare tutti i presenti. 
In una lettera alla moglie, Lepold Mozart scrisse, fra l'altro: "... siamo stati condotti in carrozza nel castello fuori città, e vi siamo rimasti fino alle 10. Le cose sono andate come al solito e la meraviglia è stata tanto più grande in quanto Sua Ecc. il Marchese Ligneville .... miglior contrappuntista d`Italia, ha proposto al Wolfg. le fughe più difficili e gli ha sottoposto i temi più difficili, che il Wolfg. ha suonato ed eseguito come se si trattasse di bere un bicchier d`acqua”. E parlando della città, aggiunse, con un tono nostalgico: “Sono molto dispiaciuto che dobbiamo partire già venerdì prossimo alla volta di Roma. Vorrei che tu potessi vedere Firenze, i suoi dintorni e la posizione di questa città, diresti che è qui che si deve vivere e morire. In questi pochi giorni vedrò tutto quello che c'è da vedere”.

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