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venerdì 9 agosto 2013

Antichi mestieri scomparsi




Nella vecchia Firenze, quella che ormai non esiste più se non nella memoria degli anziani, c'erano tanti mestieri, ora purtroppo scomparsi. In una società essenzialmente fatta di poveri, dove il risparmio era fondamentale per tirare avanti e dove non c'erano le moderne tecnologie di oggi, c'era posto anche per le figure "minori" dei venditori ambulanti che proponevano le loro mercanzie agli angoli delle strade.

 Nel tranquillo silenzio della città non ancora assediata dalle automobili, i richiami dei venditori animavano le giornate: "ce l'ho coll'olio!" gridava il commerciante di schiacciate, "duri di menta duri" era lo slogan del duraio, "son salati i mi' lupini" si vantava il lupinaio.

Suonatori e cantastorie

Venditore di pesci d'Arno
Venditore di semi di zucca salati
Caldarroste e ballotte.


E poi c'era il cenciao
Poi c'era il cenciaio, col suo variopinto carretto pieno di stracci e roba vecchia, il semellaio che offriva i suoi panini, l'arrotino, l'impagliatore, il venditore di pesci d'Arno, il pandiramerinaio, lo spazzacamino, l'omino delle bruciate e quello del ghiaccio.



Il carbonaio
Il semellaio
E' il caratteristico grido dei mercanti ambulanti dei pesci di fiume, venditori che s'incontrano per la città di Firenze e più specialmE
"...era un continuo gridare ora d'ortolani, ora di fruttaioli che avevano i loro avventori fissi e si fermavano tutti i giorni alle medesime case; oppure di cenciaioli che dalla mattina alla sera giravan per tutta Firenze urlando: Donne chi ha cenci!... sprangai che accomodavan gli ombrelli e sprangavano i catini e le stoviglie rotte; seggiolai che rimpagliavan le seggiole sfondate in mezzo alla strada come se fossero stati nella propria bottega, arrotini e altre infinità di mestieri.
Fuori delle botteghe si vedeva il fornello del sarto coi ferri a scaldare, il ragazzo del legnaiolo che accendeva i trucioli per scaldar la colla, il tappezziere che impuntiva i sacconi o le materasse, se non le ribatteva addirittura sullo scamato, i fiascai che rivestivano i fiaschi, il ciabattino a bischetto che rattoppava le scarpe e via dicendo.
Quelli delle botteghe parevan tutti d'una famiglia, tant'era la buon'armonia e l'amicizia che regnava fra i varii mestieranti" (Giuseppe Conti, Firenze Vecchia)
 ente per le circostanti campagne, con a spalla le loro gr
Venditore d'agli
osse zucche ripiene d'acqua, nelle quali conservano viva a lungo la loro mercanzia.
Gelato per tutti!

Come si potrebbero sentire le loro voci nella confusione frenetica del mondo sempre più all'avanguardia ma sempre meno umano?... Non resta che sedersi in macchina e andare al supermercato dove c'è di tutto, questo è vero, ma manca quell'antico calore che ormai è solo un'utopia.

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