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domenica 4 agosto 2013

Il Calcio Storico Fiorentino

Nel famosissimo vocabolario della Crusca, alla lettera "C", fra i tanti vocaboli, si può leggere: "E CALCIO anche nome d' un giuoco, proprio, e antico della Città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata, con una palla a vento, rassomigliantesi alla sferomachía, passato da' Greci a' Latini, e da' Latini a noi." Il primo documento ufficiale sul Gioco del Calcio si deve al Conte Giovanni de' Bardi di Vernio che lo stilò nel 1580, mettendo nero su bianco come si doveva svolgere e quanti dovevano essere i partecipanti, cinquantaquattro giocatori divisi in due squadre e "ordinati su tre file, conforme all'antica battaglia romana".

Il calcio si giocava in Carnevale, nelle piazze e nelle strade abbastanza larghe da permettere il movimento. Nei tempi più antichi, il luogo prediletto era via al Prato, me, nelle feste solenni, il tatro ideale era la splendida piazza Santa Croce, ampia, elegante, dalle linee squadrate e regolari. E' rimasta particolarmente famosa la partita giocata nel 1530, durante l'assalto alla città da parte delle truppe spagnole di carlo V; così la descrive lo storico Benedetto Varchi, arguto umanista del Cinquecento: "Agli diciassette febbraio i giovani s^ per non intermettere l'antica usanza di giocare ogn'anno al Calcio per Carnovale e sì per maggior vilipendio de' nemici, fecero in su la piazza di Santa Croce una partita a livrea, venticinque bianchi e venticinque verdi, giocando una vitella; e per essere non solamente sentiti, ma anche veduti, misero una parte de' sonatori con trombe e altri strumenti in sul comignolo del tetto di Santa Croce, dove dal Giramonte fu lor tratta una cannonata, ma la palla andò alta e non fece male nè danno  nessuno a persona".


Fino al Seicento, il Calcio Storico continuò ad essere popolarissimo, ma nel Settecento, piano piano, arrivò a scomparire quasi del tutto, almeno come evento ufficiale, a parte alcune partite in edizione straordinaria per ricordare alcuni eventi particolarmente degni di memoria: il centenario di Amerigo Vespucci e di Paolo Dal Pozzo Toscanelli, i quattrocento anni dall'assedio di Firenze e della morte dell'intrepido Francesco Ferrucci.
Edizione del 1902

Finalmente, dal 1930, l'antica usanza del Calcio in costume, è tornata alla ribalta e, a partire dal 1947, si svolge puntualmente ogni anno, nel mese di giugno, ,in occasione degli annuali festeggiamenti di San Giovanni Battista, patrono di Firenze.

Quattro squadre, una per ogni quartiere cittadino:
- I Bianchi, per Santo Spirito
- i Rossi, per Santa Maria Novella
- i Verdi, per San Giovanni
- gli Azzurri, per Santa Croce



Come si legge nel comma 4 del regolamento ufficiale "Lo scopo del giuoco è di far passare la palla oltre l'avversaria linea di fondo del campo. Sarà vincitrice quella squadra che nel termine di tempo stabilito per lo svolgimento della partita avrà segnato il maggior numero di caccie (punti e mezzi punti)". Il premio per la squadra vincente è una vitella di razza chianina consegnata allo squillo delle chiarine.

Splendido il "corteggio" storico che precede l'inizio della partita, sfilando per le strade di Firenze, nei suoi  abiti cinquecenteschi che riproducono fedelmente quelli dei dignitari, civili e militari, dell'epoca.









Purtroppo, ultimamente, le partite sembrano solo degli incontri violenti di lotta libera: va bene che nel calcio sono contemplate le "zuffe" che dovrebbero essere "sedate e disciplinate dal Maestro di Gioco", ma nelle ultime edizioni, non me ne vogliano i calcianti, si sta davvero esagerando! In questo modo si toglie la partecipazione serena degli spettatori che non si godono più una bella partita, ma solo lo spettacolo di una grande e feroce rissa generale.







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