L'Alchermes non è nato a Firenze, come molti sostengono, ma arrivò in Italia grazie agli Spagnoli che a loro volta avevano ereditato la ricetta dagli Arabi. E' vero, invece, che la famiglia Medici apprezzava particolarmente le virtù terapeutiche di questo raffinata essenza che era preparata, anticamente, dalle suore fiorentine dell'Ordine di Santa Maria dei Servi, fondato nel 1233.
Fu solo nel Cinquecento che iniziarono a distillarlo anche i frati di Santa Maria Novella e i Certosini, con una formula rivista e corretta di cui si conserva memoria in un taccuino di ricette del 1567.
Quando Caterina, figlia di Lorenzo duca d'Urbino, lasciò Firenze per andare in sposa ad Enrico II, lo fece conoscere anche in Francia, facendogli meritare l'appellativo di "liquore dei Medici".
Il termine "alchermes" deriva dalla parola araba "al-qirmiz" che significa "il verme" con riferimento alla cocciniglia, un piccolo insetto che secerne un liquido rosso vermiglio che da' il tipico colore all'elisir.
Il suo gusto, zuccheroso e fruttato, è una sinfonia, ben miscelata nell'alcool, dei suoi ingredienti essenziali: scorza di arancia, acqua di rose, cannella, chiodi di garofano, vainiglia, cardamomo e fiori di anice.
L'alchermes è impiegato soprattutto in pasticceria, come elisir colorante e aromatizzante, ma è anche un curioso ingrediente della mortadella di Prato!
Al giorno d'oggi non ha più la gloria di un tempo, ma c'è ancora chi ne apprezza l'aroma inconfondibile e continua ad usarlo per ingentilire creme e torte.
Nessun commento:
Posta un commento