Su Boccaccio è stato scritto veramente di tutto e non starò certo a dilungarmi sulle solite notizie: nato a Firenze nel 1313, è sicuramente uno dei più grandi narratori italiani, basti pensare al suo Decameron che è stato tradotto in moltissime lingue e ispiratore di altrettante storie e novelle. Ma un aspetto sicuramente singolare di Giovanni non è forse noto a tutti e mi piacerebbe potervelo raccontare. Come di Virgilio, anche di Boccaccio si almanaccava che fosse dedito alla magia. Nella seconda metà dell'Ottocento, Filippo Pananti, poeta toscano, visitandone la casa, così cantava:
Fu nel popolo ed è certa opinione
che il buon messer Giovanni da Certaldo
fosse un celebre mago, uno stregone
che ora si trova in un paese caldo.
Boccaccio amico del demonio? Chi può saperlo!... Una leggenda però vuole che avesse fatto, in gioventù, un patto con il diavolo che, in cambio della sua anima, gli donò il potere del comando: qualunque cosa avesse bramato, l'avrebbe ottenuta. Il desiderio che espresse Giovanni fu strano ed originale: desiderava un posto segreto dove poter essere libero di fare ciò che voleva in compagnia delle sue amiche streghe, non visto da nessuno. Lucifero, esperto costruttore di sogni e di bisogni, gli creò così, in una sola nottata, un poggio fatto con una sportata di terra, pietre e vegetazione che unì alla casa dello scrittore con un ponte di cristallo, invisibile agli occhi della gente comune.
L'altura, da cui si domina tutto il borgo antico e la Val d'Elsa, esiste davvero ma è in realtà una grande costruzione sotterranea, forse un ipogeo etrusco o una tomba ancora più antica.
Due sono i finali, molto controversi, della misteriosa fiaba medievale: il primo epilogo vuole che il diavolo, stufo delle continue richieste del Boccaccio, trovasse il modo di strangolarlo nottetempo, portando con sé il suo spirito nefando; il secondo, molto più soave e pieno di speranza, vede Giovanni nel letto di morte, con accanto il prete che lo confessa e lo accompagna negli ultimi momenti: Satana, venuto a reclamare l'anima come da contratto, pieno di rabbia com'è suo costume, sparì in una nuvola di zolfo maledicendo tutto e tutti, ma non riuscì a strappare il cuore dell'agonizzante, ormai tornato a Dio.
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