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giovedì 8 agosto 2013

Romeo e Giulietta vivevano anche a Firenze...





Via de' Bardi è una strada molto antica che segue il corso dell'Arno, parallelamente al Lungarno Torrigiani. Ricchissima di case nobiliari, di chiese e di edifici storici, ha preso il suo nome attuale dalla famiglia dei Bardi, ricchi banchieri e mercanti fiorentini che in questa parte della città avevano vari possedimenti e terreni. Nel Trecento, il loro splendido palazzo Bardi-Larioni, nato sopra le fondamenta di due vecchi ospedali, fece da cornice ad una struggente e romantica storia d'amore.




La bella Dianora Bardi era segretamente fidanzata con Ippolito dei Buondelmonti, figlio di uno dei più acerrimi nemici della sua famiglia. Inutile dire che "quel matrimonio non s'avea da fare" per cui i due giovani dovevano incontrarsi di nascosto, stando ben attenti a non destare sospetto in alcuno. Una sera, dopo che il sole si era già spento dietro alle colline toscane, Ippolito decise di scalare le mura del palazzo per raggiungere la sua amata che lo attendeva con impazienza. Era quasi arrivato alla mèta, quando fu tristemente scoperto dalle guardie del Bargello che lo acciuffarono e lo condussero davanti ai giudici per ricevere una spiegazione credibile di tal comportamento. Il ragazzo, per non offendere l'onore della sua innamorata, si finse un ladro che voleva rubare ai facoltosi signori Bardi. Più volte fu esortato a pensare bene a ciò che stava dicendo, ma egli, forte della sua dignitosa scelta d'amore, non cambiò mai versione: così fu riconosciuto colpevole e destinato alla forca. Ai condannati a morte, si sa, viene concesso di esprimere un ultimo desiderio, cosa che avvenne anche per Ippolito che chiese di poter raggiungere il patibolo passando davanti al palazzo dov'era stato catturato. Ad una finestra, distrutta dal dolore, c'era Dianora che, non potendo più resistere allo strazio, scese velocemente le scale e gettandosi ai piedi del prigioniero,  raccontò come stavano veramente le cose. La profonda nobiltà morale di Ippolito e la lealtà di Dianora toccarono il cuore ai giudici che sospesero la condanna e placarono gli animi furenti dei genitori che, finalmente, capitolarono e acconsentirono alle nozze.



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