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giovedì 22 agosto 2013

In mancanza di vespasiani... Via delle Brache!






Le "brache", a Firenze, hanno molteplici significati: possono essere "quella parte di vestimenta, che cuopre dalla cintura infino al ginocchio" come si legge nel Vocabolario della Crusca, riferendosi ai corti calzoni medievali, oppure un "addobbamento misero, e stretto, fatto di tela per coprir le vergogne agl'ignudi, che si dicono più comunemente mutande" o ancora "lo studiarsi di iscoprire i fatti intimi altrui come l'investigar sotto li vestimenti", spiegazione data dal Dizionario Etimologico. Allora, via delle Brache, vicino a Santa Croce, si chiama così perché era una strada di curiosi o di mutandai









Il suo primo nome fu Via dei Falegnami, seguito poi da Via de' Vagellai e infine fu battezzata via de' Calabrache, in "onore" a tutti quei fiorentini che, in assenza di vespasiani, la usavano come gabinetto pubblico. La sua posizione nascosta, il buio e l'angusto lastricato, la rendevano un luogo perfetto per gli sfoghi corporali, tanto che "siccome il malo odore non haveva a finire" i frati vallombrosani di San Salvi furono costretti a capovolgere la facciata della chiesa di san Jacopo tra i fossi su via de' Benci, con grande sollievo dei fedeli e dei calabrache.



San Jacopo tra i fossi, ora chiesa Evangelica



La vecchia facciata di san Jacopo tra i fossi

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