Dopo la lapide in Piazza dei Giudici alla memoria di un cavallo, ecco il monumento alla . "Oh questa? - direte voi - "Icchè l'ha fatto di tanto speciale per meritare addirittura un memoriale?". A vederla così, era un semplice incrocio fra un asino e una cavalla, niente di che, ma il suo lavoro è stato fondamentale per la costruzione della grandiosa residenza dei Medici. Il suo padrone, il carrettiere Antonio di Paquino da Lastrico di Pozzolatico non la risparmiò da nessun onere, facendole trasportare pietre, colonne e marmi, usandola come contrappeso alla carrucola per sollevare le travi, il tutto in un clima di riverente obbedienza che la povera bestia mantenne per oltre vent'anni. Si vede che questa muta collaborazione toccò il cuore delle maestranze e quando la mula morì, come riconoscimento alle sue virtù, pensò di onorarla con un bel bassorilievo ad opera di Filippo Lorini: non solo un'elogio scolpito in un cartiglio, ma anche un ritratto vero e proprio in pietra grigia che spicca su un fondale marmoreo dove un operaio sta lavorando per il cantiere del palazzo.
Oggi, che non si da' onore quasi neppure alle persone, quell'omaggio di ammirazione per un semplice animale, è una lezione di umiltà che ci dovrebbe toccare il cuore e farci pensare...
Oggi, che non si da' onore quasi neppure alle persone, quell'omaggio di ammirazione per un semplice animale, è una lezione di umiltà che ci dovrebbe toccare il cuore e farci pensare...
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